Mercoledì e giovedì 12-13  giugno: Faenza e Forli Gio Ponti e i Preraffaelliti

A Faenza visiteremo l’imponente piazza del Popolo, delimitata da due ali porticate su cui si affacciano il Palazzo del Podestà e il Palazzo Municipale, e piazza della Libertà con il Duomo di fine Quattrocento che custodisce numerose opere d’arte del periodo rinascimentale e la Fontana monumentale, i cui bronzi risalgono al XVII secolo. Andremo poi al Museo della Ceramica, la più importante raccolta al mondo dedicata alla ceramica dal 4000 a.C. ai giorni nostri, dove è aperta una mostra dedicata a Gio Ponti, architetto, designer e intellettuale, uno dei massimi divulgatori del Made in Italy a partire dagli anni Venti.

Il Museo di San Domenico, che attualmente ospita la grande mostra sui Preraffaelliti, e il palazzo Romagnoli con le sue collezioni di arte del ‘900.

La mostra a San Domenico è un evento unico. Con oltre 300 opere è l’esposizione dedicata ai Preraffaelliti più grande mai realizzata. Essa intende ricostruire, attraverso prestiti eccezionali dai principali musei del mondo, l’intera vicenda delle tre generazioni di artisti che andarono direttamente sotto il nome, o si richiamarono allo spirito, dei Preraffaelliti. La loro non fu né una rivoluzione conservatrice, né una rivolta reazionaria. Aprirono al Simbolismo e all’Art Nouveau. Furono la prima avanguardia, il primo movimento che avrebbe aperto la strada a esperienze poi così diverse e persino contrapposte del Novecento europeo. Centrale, nell’esposizione ai Musei San Domenico, è il confronto diretto tra i maestri italiani dal Trecento al Cinquecento e questi moderni artisti. https://mostremuseisandomenico.it/preraffaelliti/.

Palazzo Romagnoli ospita interessanti raccolte dal mecenatismo privato, come la particolarissima collezione Verzocchi, con quadri di artisti italiani di generazioni diverse da Guttuso a Donghi, da Vedova a De Chirico, uniti da uno stesso filo conduttore: Il Lavoro. Invece, la donazione Righini raccoglie opere pittoriche e grafiche di Giorgio Morandi che si affiancano ad una celebre serie plastica legata al nome di Adolfo Wildt.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *